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Fattori associati ad esito fatale dopo danno polmonare indotto da Leflunomide nei pazienti con artrite reumatoide


E’ stata effettuata una ricerca per chiarire i fattori associati a prognosi infausta da danno polmonare indotto da Leflunomide ( Arava ) in pazienti con artrite reumatoide.
L’origine e le caratteristiche cliniche e di laboratorio del danno polmonare sono state esaminate e confrontate tra i pazienti deceduti e quelli che sono guariti.

Tra i 22 pazienti che hanno sviluppato lesioni polmonari indotte da Leflunomide, 9 sono morti mentre 13 sono guariti.
I pazienti che sono poi deceduti tendevano ad avere una preesistente polmonite interstiziale ( 8/9 vs 6/13, p=0.07 ).
Tra i gruppi non c’era differenza riguardo a dose di carico e di mantenimento, a concentrazione sierica del metabolita della Leflunomide, A771726, e al periodo di somministrazione.

I pazienti che sono morti avevano più frequentemente ipossiemia ( < 60 Torr ) e ventilazione meccanica, e avevano un alto livello di proteina C reattiva nel siero ( 19.3 vs 10.1 mg/dl, p=0.03 ) e un basso livello di albumina ( 2.7 vs 3.3 g/dl, p=0.03 ) al momento della comparsa del danno polmonare.

La conta linfocitaria del sangue periferico è diminuita in entrambi i gruppi all'insorgenza del danno polmonare, ed è rimasta bassa fino all’esito fatale, in contrasto con un aumento nei casi di guarigione ( 406 vs 1203/ microlitro, p=0.006 ).

Il principale dato istopatologico trovato in 2 pazienti sottoposti ad autopsia era un diffuso danno alveolare, in contrasto con l’alveolite osservata in 1 paziente sottoposto a biopsia che è guarito.

In conclusione, una preesistente polmonite interstiziale, i livelli sierici di proteina C reattiva estremamente elevati, i bassi valori di albumina, una grave ipossiemia e una ventilazione meccanica sono risultati essere indici di prognosi infausta.
La linfocitopenia del sangue periferico si è sviluppata in associazione al danno polmonare, e una bassa conta linfocitaria ha indicato un esito fatale. ( Xagena2009 )

Sato T et al, Rheumatology 2009; 48: 1265-1268


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